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Note geologiche ed idrogeologiche dell’area di Greccio

Note geologiche dell’area di Preta

di Carmine Allocca e Alessandro Arata


Carta geologica: Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000 foglio 139 L’Aquila. http://www.apat.gov.it/Media/carta_geologica_italia/tavoletta.asp?foglio=139

Figura 1 Stralcio del foglio "L'Aquila" 139 della carta geologica d'Italia 1:100.000
Figura 1 Stralcio del foglio "L'Aquila" 139 della carta geologica d'Italia 1:100.000

  1. Inquadramento geografico

I monti della Laga si estendono per circa 24 km tra Amatrice (RI) e Campotosto (AQ) ed il subappennino teramano, inseriti geograficamente tra la catena dei M.ti Sibillini a N ed il massiccio del Gran Sasso a S. Costituiscono il più alto rilievo arenaceo dell'Appennino: infatti, si elevano per un settore di quasi 12 km oltre i 2000 m s.l.m. e toccano le massime quote con M. Gorzano (2458 m), la vetta più alta del Lazio, Cima Lepri (2445 m), Pizzo di Sevo (2419 m) e Pizzo di Moscio (2411 m).
I Monti della Laga dal 1991 ospitano, insieme al Gran Sasso, un importante parco nazionale che si estende per 148.935 ettari, nelle province di Ascoli Piceno, Rieti, Teramo, L’Aquila, Pescara.

  1. Inquadramento geologico

A differenza degli altri gruppi montuosi dell'Appennino Centrale, in prevalenza formati da rocce carbonatiche (calcari e dolomie), la Laga risulta costituita da una successione torbiditica di età messiniana, nota in letteratura come Formazione della Laga. Si tratta di un corpo sedimentario di forma lenticolare e di notevole spessore (ca. 3000 m), caratterizzato da un insieme di litofacies variabili da quella arenacea e pelitico-arenacea a quella marnosa.
Si ritiene che l'apparato torbiditico della Formazione della Laga, interpretabile come un sistema di conoidi sottomarine profonde, costituisca il riempimento di un profondo bacino a circolazione ristretta ed in forte subsidenza, formatosi nel Miocene superiore a seguito del sollevamento e corrugamento del Gran Sasso. I M.ti della Laga rappresenterebbero, pertanto, l'unica testimonianza di bacino marino profondo durante il Messiniano, per tutto il Mediterraneo (ADAMOLI, 1988).
L’attuale configurazione geomorfologica dell’area, è imputabile in parte alla tettonica sviluppatasi Pliocene e il Pleistocene. In particolare, la scarpata che sottolinea la brusca variazione altimetrica tra gli altopiani di Amatrice e di Campotosto e lo spartiacque principale (con un dislivello di oltre 1000 m) è stata generata da una faglia diretta con rigetto verticale di circa 1,5 km. A piccola scala la tettonica, prevalentemente trascorrente, ha messo a contatto terreni a differente erodibilità lungo il versante occidentale reatino generando piccole cascate sui corsi d’acqua che lo percorrono. La bassa permeabilità d’insieme delle marne e delle arenarie, favorisce il deflusso superficiale, limitando quello profondo ai primi metri di terreno, con la presenza di piccole sorgenti a quote molto elevate. A conferma di questo si registra nell’area una forte erosione sui versanti, con sviluppo di forme pseudocalachive (BRUNAMONTE, 1994).
 L'evoluzione geomorfologica del rilievo è stata inoltre influenzata dal glacialismo del Quaternario, testimoniato da alcuni depositi morenici, da numerosi circhi glaciali più o meno conservati e da intensi processi crioclastici. I depositi morenici, legati al glacialismo würmiano, sono poco diffusi e di modesta estensione, in quanto smantellati con facilità dall'azione delle acque dilavanti ed incanalati.
Al glacialismo würmiano sono da riferire anche i circhi glaciali (una quindicina) e le tracce di erosione glaciale osservabili alla testata di alcuni 'fossi', soprattutto nel versante teramano, oltre i 2000 mt: in entrambi i casi, l'azione erosiva degli agenti meteorici ha cancellato in parte tali forme.
Due parole di geologia:

  1. correnti di torbida: Sono correnti di acqua e fango, dotate di elevata densità che si muovono lungo la scarpata continentale. Si originano quando i sedimenti incoerenti (fango e sabbia) della piattaforma vengono sollecitati a seguito di terremoti o frane di materiale accumulato sul ciglio della scarpata. le particelle detritiche discendono lungo il pendio a notevole velocità ed erodono il fondo su cui scorrono, trasportando notevoli quantità di sabbia. Giunti alla base della scarpata i materiali si depositano formando strati a sedimentazione gradata di sabbie grossolane, silt ed argille. A queste sequenze gradate, che si originano in seguito a un singolo evento di torbidità, viene dato il nome di torbiditi.

Figura 2 Meccanismo di formazione di una torbidite: i sedimenti si depositano sulla piattaforma continentale (fig.a); superato il punto di equilibrio si origina una corrente di torbida (fig.b); i sedimenti si ridepositano in modo gradato, ai piedi della scarpata
Figura 2 Meccanismo di formazione di una torbidite: i sedimenti si depositano sulla piattaforma continentale (fig.a); superato il punto di equilibrio si origina una corrente di torbida (fig.b); i sedimenti si ridepositano in modo gradato, ai piedi della scarpata.

  1. Crioclastismo: (dal greco kryòs, ghiaccio e klastòs, rotto) è il processo di disgregazione fisica di una roccia causato dalla pressione provocata dall' aumento di volume dell'acqua contenuta entro le fessure rocciose quando questa ghiaccia. Con il ciclo climatico di gelo-disgelo, la roccia, prima compatta, si disgrega in un detrito ghiaioso con spigoli vivi, questo processo è tipico delle zone in cui vi sono escursioni termiche attorno agli 0 °C. che continuamente inducono cambi di stato fisico all' acqua presente. Il crioclastismo rompe le rocce in frammenti, ma non le modifica da un punto di vista chimico, perché i frammenti, grandi o piccoli che siano, sono costituiti dagli stessi minerali che formavano la "roccia madre" da cui si sono staccati. I frammenti staccati, solitamente con spigoli vivi, possono rimanere in posto, senza movimento alcuno, nel caso il fenomeno avvenga su superfici rocciose in piano, o se il fenomeno del distacco avviene su di una parete rocciosa, anche di minima elevazione, cadere dalla parete rocciosa e quindi rotolare verso valle e contribuire a formare il cosiddetto detrito di falda, costituito da coni di detrito, coalescenti fra di loro, che si snodano alla base delle pareti rocciose e paralleli al loro andamento, con la pendenza del cono allineata col valore dell' angolo di attrito interno del materiale frammentato.

 

Le nostre fonti

 

Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

 

http://www.lagagransasso.it/laga/geologia_laga.htm

www.gransassolagapark.it

http://www.danieladidio.it/conoscenza/lig_lev_hiptext/hotwords/torbida.htm